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«I lividi scompaiono, i dolori vanno via, quello che rimane è la sensazione di essere stato 'violentato' fisicamente, di sentirsi discriminato»: è ancora sotto choc S.N. (mettiamo solo le iniziali per tutelare la sua privacy), il ragazzo di 23 anni, originario di Palermo, che venerdì scorso intorno alle 19.20 è stato aggredito da tre persone («due dei quali- segnala nella denuncia presentata alla Polizia- con la divisa da vigilantes del centro commerciale») in un negozio di abbigliamento del mall di Roma est. Come si sente? «Scosso, non riesco a dormire la notte, non sto accettando turni di lavoro perché non posso nemmeno immaginare di reincontrarli, e una sensazione di paura. Venendo da una terra di ingiustizie, pensavo di potermi riscattare qui, a Roma, e invece mi sbagliavo». Soffriva i pregiudizi in Sicilia? «Sì, in quella terra tutto ciò che è diverso viene considerato non normale. Sono venuto in città per trovare di meglio, non potevo sopportare il fatto di non poter essere me stesso con la mia famiglia, nell'ambiente di lavoro. Per fortuna gli amici, all'istituto tecnico commerciale dove mi sono diplomato, sapevano della mia omosessualità e non mi giudicavano. Ma l'ambiente intorno era chiuso, la religione influenza moltissimo il giudizio delle persone. Chi è venuto a saperlo mi ha detto che ero gay perchè i miei genitori erano separati, perché mia mamma mi aveva abbandonato da piccolo...come se essere gay fosse causato da un trauma». 👉 L'intervista completa di Valentina Santarpia prosegue sul Corriere  #aggressione #omofobiastop #discriminazione
«I lividi scompaiono, i dolori vanno via, quello che rimane è la sensazione di essere stato 'violentato' fisicamente, di sentirsi discriminato»: è ancora sotto choc S.N. (mettiamo solo le iniziali per tutelare la sua privacy), il ragazzo di 23 anni, originario di Palermo, che venerdì scorso intorno alle 19.20 è stato aggredito da tre persone («due dei quali- segnala nella denuncia presentata alla Polizia- con la divisa da vigilantes del centro commerciale») in un negozio di abbigliamento del mall di Roma est. Come si sente? «Scosso, non riesco a dormire la notte, non sto accettando turni di lavoro perché non posso nemmeno immaginare di reincontrarli, e una sensazione di paura. Venendo da una terra di ingiustizie, pensavo di potermi riscattare qui, a Roma, e invece mi sbagliavo». Soffriva i pregiudizi in Sicilia? «Sì, in quella terra tutto ciò che è diverso viene considerato non normale. Sono venuto in città per trovare di meglio, non potevo sopportare il fatto di non poter essere me stesso con la mia famiglia, nell'ambiente di lavoro. Per fortuna gli amici, all'istituto tecnico commerciale dove mi sono diplomato, sapevano della mia omosessualità e non mi giudicavano. Ma l'ambiente intorno era chiuso, la religione influenza moltissimo il giudizio delle persone. Chi è venuto a saperlo mi ha detto che ero gay perchè i miei genitori erano separati, perché mia mamma mi aveva abbandonato da piccolo...come se essere gay fosse causato da un trauma». 👉 L'intervista completa di Valentina Santarpia prosegue sul Corriere #aggressione #omofobiastop #discriminazione

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